“Un uomo solo è al comando, la sua maglia è biancoceleste, il suo nome è Fausto Coppi”
Cento anni fa nasceva a Castellania, piccolo comune della provincia di Alessandria, Fausto Coppi, un mito del ciclismo del dopoguerra.
Poco più che adolescente Fausto trova lavoro come garzone in una salumeria ed inizia ad usare la bicicletta come mezzo di trasporto per effettuare le consegne del negozio.
Un suo zio gli regala una bicicletta da corsa, che lui usa per diletto, su e giù per le colline dell’alessandrino. Solo nel 1937 partecipa alla prima competizione che si rivela, per lui, un disastro, in quanto a metà gara una ruota gli crea problemi e lui deve ritirarsi.
Inesorabilmente, mentre lui sta pensando al ciclismo, scoppia la seconda guerra mondiale, e tutti i suoi sogni devono essere rimandati, costretto, suo malgrado, a partire per la guerra. Viene fatto prigioniero in Africa e trasferito dagli inglesi in un campo di concentramento in Algeria.
Alla fine della guerra, tornato in patria, si sposa con Bruna Ciampolini, da cui avrà una figlia.
In quel periodo, un osservatore sportivo si accorge del suo talento e lo chiama alla Legnano, facendolo diventare di fatto un corridore professionista. Il primo anno, contro ogni pronostico, vince il Giro d’Italia, smentendo ogni previsione che dava come vincitore Bartali, suo eterno rivale.
Tra le vittorie più importanti, si aggiudica due volte il Tour de France e cinque volte il Giro d’Italia, affermandosi come uno dei pochi corridori a vincere Giro e Tour nel medesimo anno.
Fece molto scalpore, in un’epoca clericale e bigotta, la sua unione con Giulia Occhini, la “dama bianca”, che gli diede un figlio, Faustino.
Tra il 1950 e il 1960 fu considerato il “campionissimo” grazie alle sue imprese sportive.
Morì malauguratamente il 2 gennaio 1960, a soli 41 anni, per una malaria contratta durante una spedizione di caccia in Africa, non diagnosticata in tempo.
Ricorre quest’anno il centenario della nascita di un uomo che, nella sua vita, è stato un grande campione, ma anche una persona bersagliata dalla sfortuna, con i tanti infortuni nella carriera ciclistica, con una vita sentimentale sofferta e segnato da una morte precoce.
Arkadia Consortium in collaborazione con l’Associazione ChaTo organizza a Castellania (AL), il 20 maggio, l’evento “Una sera a casa di Fausto”, per condividere un ricordo che è nel cuore di tanti.
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