Alla scoperta delle sinagoghe del Piemonte: Torino e Carmagnola
In occasione della Giornata della Memoria, in cui vengono commemorate le vittime della Shoah, vi proponiamo un percorso tra i luoghi che hanno caratterizzato la presenza delle comunità ebraiche nella nostra regione, sia per ritrovare le radici di una parte di storia che appartiene a ciascuno di noi, sia perché le peculiarità dei luoghi e delle narrazioni che riguardano tale storia sono ancora presenti, visibili e di grande interesse culturale.
Il nostro viaggio parte da Torino, dove si trova una delle comunità più numerose della nostra regione, per spostarci a Cherasco, attraverso Carmagnola, e proseguire verso Asti e Alessandria, risalendo successivamente a Casale Monferrato.
La Sinagoga di Torino si trova nel cuore della città, nel quartiere di San Salvario, vicino alla principale stazione ferroviaria, Porta Nuova. Non si tratta della sinagoga più antica presente sul territorio piemontese, ma certamente è una delle più importanti in quanto riferimento della comunità ebraica più numerosa. La sua costruzione risale alla metà dell’Ottocento, quando gli ebrei, per festeggiare l’ottenimento dell’emancipazione nel 1848 da parte di Carlo Alberto di Savoia, decisero, nel 1861, di erigere un tempio di grandi dimensioni, degno del ruolo della città di Torino, capitale del nuovo Regno d’Italia. Inizialmente fu scelto come progettista l’Antonelli, ma, a causa degli elevati costi di costruzione, si optò, qualche anno più tardi, per la costruzione di un tempio più piccolo, affidando la progettazione dell’edificio all’architetto Enrico Petiti.
La costruzione, come si può vedere ancora oggi, è di massicce dimensioni ed ha, sui quattro angoli, grandi torrioni sormontati da cupole a cipolla. L’interno è costituito da una grande sala lunga 35 metri, alta 16 e larga 22 e da un matroneo, al primo piano, che corre intorno ai tre lati del tempio. L’interno era riccamente decorato e poteva contenere fino a 1400 persone.
Purtroppo il tempio fu danneggiato durante la seconda guerra mondiale e, pur essendo stato ricostruito nel 1949, attualmente non viene utilizzato se non per le più importanti festività, mentre nei sotterranei sono state edificate, nei primi anni ’70, due piccole sinagoghe, su progetto degli architetti Olivetti e Rosenthal. La prima è a forma di anfiteatro e contiene arredi sacri di notevole fattura, provenienti dalla Sinagoga di Chieri; il secondo tempietto ha un aron[1] in legno, di provenienza tedesca e risalente al ‘700.
Proseguendo il nostro viaggio, arriviamo a Carmagnola, la cui Sinagoga è ciò che resta dell’antico ghetto. La Sinagoga ha conservato le proprie caratteristiche settecentesche, ed è riconosciuta – insieme a quella di Casale Monferrato – per la linearità delle forme, e per l’eleganza degli arredi, come una delle più significative in Piemonte. La costruzione risale alla prima metà del 1700 e, pur essendo l’esterno molto spoglio e disadorno, all’interno del tempio vi è un vestibolo decorato da affreschi da cui si accede alla sala del tempio, con soffitto a travature di legno a vista e in cui sono presenti arredi lignei, in stile barocco, del Seicento e Settecento. La bimah[2] ottagonale di legno policromo del 1766 è posizionata al centro, con i banchi seicenteschi a occupare i quattro lati. Dal soffitto pendono cinque lampadari in legno dorato del Settecento. L’aron è collocato sulla parete a sinistra dell’ingresso; ha antine riccamente decorate sia all’interno sia all’esterno, con scene che rappresentano il Tempio di Gerusalemme, la Menorà, le Tavole della Legge, e l’Altare per i sacrifici.
Proseguiremo poi il nostro viaggio verso Cherasco e Asti.
[1] L’Aron è un arredo sacro della religione ebraica, sempre presente all’interno della Sinagoga. E’ il mobile deputato a contenere il Sefer Torah, i rotoli della legge.
[2] Il Bimah è una sorta di “pulpito”, un podio elevato di due o tre gradini, per rendere più facile l’ascolto della lettura della Torah.
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