Castell’Alfero e l’eremo medioevale della Madonna della Neve
Castell’Alfero è un comune della provincia di Asti e sorge su una collina del versante destro della vallata percorsa dal torrente Versa.
Nella parte più alta della collina si erge il castello, attualmente sede del municipio. La costruzione che oggi si può vedere non è l’antico maniero, andato distrutto in epoca non precisata, ma un grande palazzo, la cui costruzione si deve alla famiglia Amico in epoca più recente.
Nel XI secolo in questo luogo vi era una roccaforte, indicata in più documenti come ‘castrum Alferii’, cioè il castello di Alferio. L’edificio era di origine antica, ma non è nota con precisione l’epoca in cui fu costruito. Il territorio di Castell’Alfero passò sotto il dominio di Asti fra il 1159 ed il 1189 e probabilmente fu conquistato con le armi e gli abitanti forzatamente trasferiti a valle.
A seguito delle guerre contro il marchese del Monferrato, il 3 agosto del 1333 fu emanata una solenne dichiarazione in base alla quale i suoi abitanti furono messi alla pari dei cittadini astigiani e proclamati liberi da qualsiasi dipendenza, tranne quella di Asti, di cui facevano parte integrante.
Il castello non è l’unico segno della storia di questo territorio: la chiesa della Madonna della Neve è un’affascinante traccia del romanico rurale nella provincia.
L’edificio dista circa due chilometri da Castell’Alfero. La costruzione non è visibile dai piedi del colle, ma è possibile giungervi percorrendo una stradina che conduce fino alla sommità del poggio. La prima testimonianza dell’esistenza della chiesa risale a un documento emesso da papa Adriano IV nel 1156, che attestava l’esistenza di tre feudi, ognuno di pertinenza di una chiesa, tra le quali figurava quella di Santa Maria.
L’edificio, a pianta rettangolare, presenta una semplice facciata intonacata e, accanto all’abside, un campanile cilindrico, molto raro nelle chiese romaniche, la cui costruzione viene datata al 1155 circa. L’edificio ha nel tempo subito diversi interventi che ne hanno in parte alterato le caratteristiche primitive, a eccezione del campanile e soprattutto dell’abside, che hanno conservato l’impronta romanica originaria.
Le pareti laterali e l’abside sono realizzate con blocchi di arenaria alternati a file di mattoni. L’interno, coperto da una volta a botte, è decorato, in corrispondenza del catino, da un elegante affresco che raffigura il Cristo, circondato dai quattro evangelisti, e da scene della Passione.
All’interno dell’edificio si trova una tela ad olio di Michelangelo Pittatore che raffigura la Madonna col Bambino, con un paesaggio sullo sfondo.
Per il delicato gusto cromatico della muratura, per le pregevoli sculture che adornano le monofore e i capitelli e per l’unicità del campanile la chiesa può essere annoverata tra le più significative chiese romaniche rurali della zona di Asti.
Nella primavera 2019, in occasione della Prima Giornata del Romanico in Piemonte, è stata riaperta, dopo alcuni interventi di restauro.
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