Lungo il Canale Cavour – parte sesta (sottopasso del Sesia e novarese)
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Il sottopasso del Sesia
Proprio nel comune di Greggio (leggi qui) incontriamo quello che può essere considerato l’intervento più importante eseguito per la costruzione del canale: il sottopasso del fiume Sesia (qui sopra nell’immagine di copertina ndr). Per la costruzione fu necessario deviare il corso del fiume, cinque condotti ovoidali in muratura di mattoni pieni con una capacità di portata totale di ben 80 mc/secondo; un’opera che vale decisamente la pena di visitare.
Si raggiunge percorrendo via Giaretta e poi una stradina di campagna che sale verso nord dopo l’incrocio con via Barile. È consigliabile fare questa visita nei mesi in cui il fiume è in fase di bassa portata: sarà maggiormente evidente la grandiosità di tale intervento, consideranti i mezzi e il periodo storico in cui fu realizzato.
Con l’attraversamento del Sesia si entra in provincia di Novara e il primo comune che si incontra è Recetto; il nome probabilmente ricorda un deposito di prodotti agricoli, tra cui cereali (riso) e che ai giorni nostri potremmo paragonare ad una sorta di consorzio agrario.
Nei meandri del novarese
Seguendo il nostro percorso raggiungiamo poi Biandrate, di origini molto antiche (ne parla Plutarco): l’esercito romano comandato da Mario vi sconfisse i Cimbri e i Teutoni presso i Campi Raudii, e ancora oggi, nel territorio comunale, esiste un pra’ raudo nei pressi dell’antica chiesa di San Michele de Pullis. La cìttadina ebbe il suo massimo splendore attorno al XI e XII secolo, con Guido III il Grande che partecipò alla seconda crociata con il Re di Francia e l’imperatore Corrado III. Egli fu testimone dell’incoronazione di Federico Barbarossa, che lo nominò capitano di tutte le milizie imperiali e del vescovado di Novara.
A Biandrate si può visitare la chiesa parrocchiale, dedicata a San Colombaro, già citata nel 1146, contenente importanti affreschi medioevali, il Santuario della Madonna della Preiera (pietraia), la chiesa settecentesca di Santa Caterina d’Alessandria, il Palazzo Comunale, anche lui settecentesco, sulla cui facciata sono inseriti due medaglioni che rappresentano rispettivamente Facino Cane e Guido III.
Qui il Cavour costeggia, per un discreto tratto, l’autostrada A4, per poi continuare il suo percorso più a nord incontrando, nei pressi di Vignale – frazione di Novara – il torrente Agogna, che sottopassa con una tomba a sifone. Percorrendo poi la provinciale n.11, si raggiunge la frazione Mosezzo, nel comune di San Pietro di Mosezzo.
A questo punto del percorso vale decisamente la pena lasciare (solo per un po’!) il Canale e fare un tour nella vicina città di Novara, ricca di storia e di monumenti, fondata addirittura nell’ 89 a.C.. Famosa la basilica di San Gaudenzio e il Battistero; da vedere i palazzi storici, il Castello Visconteo, i musei, solo per citare alcune cose da non perdere.
Da gustare, nei vari ristoranti, i piatti tipici novaresi: la Paniscia (variante della panissa vercellese, per cui leggi qui), il Tapulone, la cui ricetta, secondo la leggenda, è contemporanea alla fondazione di Borgomanero, il risotto al gorgonzola, il bagnet e le immancabili rane fritte. Tra i dolci riordiamo i famosissimi biscotti di Novara, un tempo offerti ai prelati o agli ammalati negli ospedali e chiamati “pani delle monache”, il pane di San Gaudenzio, l’antico Dolce della Cattedrale, da gustare con un bicchiere del più famoso Spanna.
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