Il Santuario della Madonna Nera di Forno Alpi Graie
All’inizio del Vallone di Sea, a circa 1340 m. di altitudine, in frazione Forno di Groscavallo, sorge il Santuario dedicato alla Madonna di Loreto, costruito attorno al 1630, dopo l’apparizione avvenuta a tal Pietro Garino, nativo di Forno.
In quei tempi, il Piemonte era tormentato dalle guerre combattute da Carlo Emanuele di Savoia contro gli stati confinanti, dalle tasse sempre più alte che gravavano sulla povera gente, dalla fame e dalla peste portata dai Lanzichenecchi, scesi dalla Svizzera attraverso la Valtellina.
Era consuetudine, per i devoti, recarsi annualmente alla Cappella della Vergine sul Rocciamelone. In quell’occasione, Pietro Garino trovò i quadretti, tuttora conservati nella chiesa, raffiguranti la Madonna di Loreto e San Carlo Borromeo, appoggiati alla facciata della cappella. Erano in cattive condizioni. Pietro li prese con sé per farli restaurare e si ripromise di riportarli nella Cappella l’anno successivo, conservandoli nel frattempo a casa sua, a Forno.
Per ben due volte i quadretti elusero la sua custodia: la prima volta li ritrovò proprio lassù, alla bocca del Vallone di Sea, dove si era recato per raccogliere foglie per le lettiere destinate al bestiame. In quell’occasione ebbe un’apparizione: la Vergine gli apparve tra due donne e gli promise di far cessare la peste che mieteva vittime tra la popolazione della pianura. Riportati a casa da Pietro, i quadri nuovamente scomparvero dalla sua abitazione e furono ritrovati nel medesimo posto dell’apparizione: era un’indicazione precisa del desiderio della Vergine di vedere edificata una cappella in quel luogo.
Nel punto dell’apparizione venne costruita una cappella, di cui recentemente se ne sono stati ritrovati i resti. L’edificio attuale risale alla seconda metà del 1700; è opera di Luigi Baretta; internamente presenta elementi di notevole interesse sia artistico che storico: il meraviglioso altare del Prinotto, capolavoro di ebanisteria settecentesca; il reliquiario barocco, in cui sono custoditi i quadretti; centinaia di ex voto, tra cui alcuni di notevole pregio. Accanto è stato creato un museo che raccoglie immagini e suggestioni che consentono di conoscere un aspetto fondamentale della cultura locale.
Storicamente non risulta sia apparsa una Madonna con fattezze nere, ma il Santuario è conosciuto come tale, in quanto i volti della Madonna e del Bambino che tiene in braccio, sono di ebano. L’attuale statua è opera di Raimondo Santifaller, di Ortisei, e sostituisce quella originale del XVIII secolo, trafugata nel 1977.
Di fronte all’ingresso principale del Santuario è possibile ammirare la Casa del Cappellano (1750), la facciata del Santuario (1758) restaurata poi nel 1873. Il piccoĺo campanile, attualmente visibile, è del 1852. La torre campanaria, successivamente smantellata, era del 1752. Per ultimi, ma non meno significativi, ricordiamo i 440 scalini che occorre percorrere per giungere al piccolo piazzale dove si erge il Santuario e che, nei tempi passati, venivano saliti in ginocchio e in preghiera da moltissimi pellegrini.
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