La tutela dei grandi vini: una garanzia per consumatori esigenti
Il Consorzio dell’Asti è un’istituzione fondata nel 1932 per garantire e difendere produttori e consumatori, mettendo ordine in un settore nel quale, come spesso accade, si era creata un po’ di confusione.
In quegli anni di grande fermento politico (nel 1936 sarebbe stata poi creata la provincia di Asti) le aziende spumantiere erano collocate prevalentemente nell’Astigiano, con qualche eccezione nel Cuneese, ma ci si accorse che anche le cantine locali vinificavano chiamando “Asti” ciò che “Asti” non era o vendevano vino prodotto con uve di dubbia provenienza. Altre fuori zona, dal canto loro, commercializzavano una qualsiasi melassa dolce chiamandolo “Asti”.
Dal 2006, a seguito di decenni di lavoro volto a migliorare sempre più gli obiettivi iniziali del Consorzio, lo spumante è il prodotto che dà, più di altri, le maggiori informazioni in presa diretta: in qualsiasi parte del mondo ci si trovi, dalla fascetta apposta sulla bottiglia si è in grado di risalire a tutte le notizie che riguardano quella partita di vino. Sul sito www.astidocg.it (menù “ASTIDOCG – Tracciabilità”) la tracciabilità è totale: inserendo la serie di numeri sulla capsula se ne può conoscere persino l’analisi chimica.
Il Consorzio segue quindi tutte le fasi di produzione, dalla vigna all’attribuzione finale del codice che compare sulla fascetta DOCG, consegnata alle aziende vinificatrici, cui è rilasciata una specifica autorizzazione per poter chiamare “Asti” il loro vino. è costantemente in contatto con Bruxelles perché, rappresentando percentuali importanti di spumanti italiani, a seguito di qualsiasi richiesta del Ministero circa le posizioni delle aziende e della produzione di Spumante e Moscato, deve essere in grado di fornire dati precisi.
I Comuni produttori del Moscato d’Asti sono cinquantadue, suddivisi fra le provincie di AT, AL e CN.
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