Lungo il corso del Canale Cavour – Parte terza (Saluggia, Lamporo, Livorno F.)

Lungo il corso del Canale Cavour – Parte terza (Saluggia, Lamporo, Livorno F.)

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Il primo comune della provincia di Vercelli, interessato dal percorso del Canale, è quello di Saluggia. Nei pressi dell’attraversamento della strada provinciale 37 (da Saluggia a Crescentino) il Cavour ha un rinforzo d’acqua tramite lo Scaricatore Farini, un canale che preleva acqua dalla Dora Baltea poco più a monte, costruito a quell’epoca proprio per sopperire alla scarsa portata estiva del Po.

Saluggia

Saluggia (da Salluvii, primi abitanti della zona), come i comuni limitrofi, fu territorio di occupazione romana. Ottone II descrisse la presenza di una “corte di Saluggia” (999 d. C.) fortificazione di ben sei torri, successivamente abbattute, una per la costruzione di un magazzino del feudo e altre due per la costruzione del palazzo dei feudatari, i conti Mazzetti-Pasteris, (V sec.) che conservarono il titolo fino all’estinzione del casato (1841). Il possedimento passò a far parte dei Savoia con il già menzionato Trattato di Cherasco. Attualmente il palazzo è destinato a sede dell’amministrazione comunale. Di particolare interesse è anche Villa Incisa, di origine medioevale, con il suo grande parco. Sul territorio comunale passa la Via Francigena, proveniente da Chivasso e Torrazza, in direzione di Lamporo (cfr. immagine di copertina ndr).

Di notevole rilevanza è la produzione agricola del fagiolo rosso di Saluggia (prodotto DOP), coltivato anche in minima parte sui territori dei comuni limitrofi (Livorno F., Cigliano e Crescentino) fin dalla prima metà del XVI sec. e principalmente usato ancora oggi per la preparazione dei “fagioli in pignatta” alla Saluggese. Da assaggiare anche i dolci tipici del luogo, i canastrej e i tortet.

Da Saluggia il Cavour inizia a risalire verso nord/nord-est, contrariamente al percorso dei fiumi che scendono dalle Alpi. Da questo punto in poi il Canale inizia ad entrare nella zona delle risaie, coltivazioni per cui fondamentalmente è stato costruito.

Lamporo

Lo si incontra, il canale, all’intersezione con la strada provinciale 2, da Livorno F. a Lamporo. Ampurius, da cui deriva il nome del paese di Lamporo, era il torrente che in epoca romana scendeva verso il Po dall’anfiteatro morenico della Serra di Ivrea e che, dopo le varie bonifiche effettuate dall’uomo, è diventato una roggia: il Lamporasso, sulla cui lunghezza si sviluppa tutto l’abitato. Nel territorio comunale passa la Via Fracigena; la chiesa parrocchiale conserva un prezioso reliquiario del ‘700 e un dipinto attribuito al Moncalvo[1]. Pure settecentesca è la chiesa della Confraternita, sulla destra della parrocchia.

Lamporo, Casa del pellegrino (foto F. Ceraioli, 2011, Licenza CCA)

Livorno Ferraris

Il paese limitrofo, Livorno Ferraris – fino al 1924 Livorno Piemonte, così chiamato per essere patria di Galileo Ferraris a cui è dedicato un museo sacrario – fu sede nel 1384 del conclave che nominò l’antipapa Benedetto XIII.

Qui si incontrano anche i due canali che, come rilevanza, sono di poco inferiori al Cavour: il Depetris e il Naviglio di Ivrea. Nella Tenuta Torrone della Colombara, per concessione dei titolari, è stato creato un museo della risicoltura, ed è pure possibile visitare la riseria di Riso Acquarello. Poco lontano, a Castel Apertole, si trova una ex residenza di caccia dei Savoia: il Palazzo Chiablese del XIII secolo.


[1] Caccia Guglielmo, detto il Moncalvo (1568- 1625) cfr. Dizionario Biografico degli Italiani, vol 15, ed. Treccani


Tappe precedenti del viaggio sul Canale Cavour:

Parte 1 (Storia) – Parte 2 (Chivasso e Verolengo)

Clicca qui per la prossima tappa: Parte 4

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