Percorsi mariani: il Sacro Monte e il santuario di Crea
Il santuario di Crea è collocato sul monte più elevato delle colline del Basso Monferrato ed è uno dei luoghi devozionali dedicati alla Vergine Maria tra i più noti, in Piemonte, dopo quello di Oropa, meta di pellegrinaggi sin dal medioevo.
L’origine della sacralizzazione del Monte è fatta risalire a S. Eusebio, Vescovo di Vercelli, che, intorno alla metà del IV sec., per sfuggire alla persecuzione degli Ariani, si rifugiò su questo monte, trasportando con sé la statua della Vergine. Qui edificò il primo oratorio, adoperandosi per la diffusione del Cristianesimo e per l’eliminazione dei culti pagani.
La statua, ancor oggi venerata nella cappella posta a retro dell’altare maggiore della chiesa e sotto il campanile, risale in realtà al sec. XIII.
La chiesa di S. Maria in Crea è citata in numerosi documenti che risalgono al XII secolo: la tradizione storiografica ascrive ad Arduino d’Ivrea la costruzione del primo santuario. Tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo, i Paleologi, nuovi Marchesi del Monferrato, presero Crea sotto la loro protezione e, tra il 1474 e il 1479, fecero realizzare gli importanti affreschi della Cappella di S. Margherita, con la Madonna in trono e i donatori, e le Scene del Martirio della Santa.
La Chiesa, dedicata a Maria Assunta, venne più volte rimaneggiata ed ampliata. Oggi, nelle tre navate, sono visibili la Madonna con Bambino e Santi, tavola autografa di Macrino d’Alba (1503); il ciclo di affreschi con le Storie di Santa Margherita d’Antiochia del XV sec., attruibuito a Francesco Spanzotti, fratello del più celebre Martino; l’effige della Vergine, statua lignea del XIII sec.; la vasta raccolta di ex voto; la Via Crucis e gli amboni di Luigi Bagna.
Nel 1536 il Monferrato passò ai Gonzaga. Fu sotto Vincenzo I Gonzaga che, nel 1589, oltre ad attuarsi un ampliamento della chiesa, venne concepito il primo progetto di costruzione delle cappelle del Sacro Monte.
Fu il modello del Sacro Monte di Varallo, ormai in fase avanzata di costruzione, con le sue splendide cappelle ricche di statue dipinte e di pareti affrescate, ad ispirare, nel 1589, a Padre Costantino Massino, priore di Crea, la stesura del progetto come percorso devozionale in 18 stazioni dedicate alla vita della Vergine.
Inizialmente il progetto prevedeva la costruzione di 15 cappelle, corrispondenti ai misteri del Rosario, ma nel tempo il progetto iniziale fu trasformato e oggi il Sacro Monte consta di 23 cappelle e 5 Romitori, luoghi di preghiera dedicati ciascuno ad un santo.
Alla realizzazione dei gruppi statuari (in terracotta policroma) e dei dipinti che ornano le cappelle lavorarono, fra la fine del ’500 e l’inizio del ’600, Guglielmo Caccia (il Moncalvo), Giovanni e Nicola Wespin (i Tabachetti), G.B. della Rovere (il Fiamminghino), Giorgio Alberini, Veglia d’Asti e i Prestinari.
La soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone nel 1801 ed il saccheggio operato dalle sue truppe nello stesso anno, ridussero il Sacro Monte in condizioni di rovina e di abbandono.
La ricostruzione prese avvio solo nel 1859 con la costituzione della “Società di Restauro del Santuario di Crea”.
Oggi il Sacro Monte di Crea è inserito nel sito denominato “I Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia”, iscritto nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Il Sacro Monte, oltre che luogo di devozione, rappresenta anche un ambiente naturale ricco di una flora interessante: il versante nord, ripido e ombroso, è prevalentemente occupato da olmo campestre, ciliegio, carpino bianco, farnia, castagno, acero riccio e acero di monte. Il versante sud, più temperato e meno inclinato, è costituito da un fitto ceduo di roverella e ornello. Significative sono anche le fioriture di giglio rosso, di anemoni, di manina rosea e di orchidee. L’interesse botanico di questi boschi è legato alla presenza di elementi floristici rari o al di fuori della normale area di distribuzione.
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