Pillola gastronomica: i subrich
Le giornate si stanno allungando, il sole è sempre più tiepido e, con la nuova stagione, arriva il desiderio di uscire all’aria aperta per godersi la natura che si risveglia.
Allora perché non fare come le nostre nonne e raccogliere qualche erba spontanea per arricchire i nostri piatti? Certo bisogna conoscerle bene, ma cicorie, ortiche, borragine, girasoli, pure i papaveri danno una sferzata di gusto e di energia alla nostra tavola.
Le nostre nonne sapevano riconoscere e raccoglievano semplici erbe selvatiche, gustose e salutari, che nei periodi di carestia hanno aiutato la povera gente a combattere la fame. Con pochi ingredienti e tanta fantasia sapevano creare pietanze squisite, tra queste i subrich, morbide frittelle, rotonde e leggermente appiattite di pochi centimetri di diametro.
L’origine di questa ricetta si perde nella memoria, tramandata a livello orale e di consuetudine il nome deriva dal francese “sur brich” cioè sul mattone, a indicare il modo di cottura, anche se nella quotidianità vengono fritti in padella.
Erbe, spinaci e, volendo, qualche asparago si tritano a mano in modo grossolano, poi s’impastano con uova, parmigiano, si formano le polpettine (i subrich appunto) e si friggono.
Si possono anche preparare con le patate bollite, meglio ancora il purè, oppure con il riso del giorno prima, sempre con l’aggiunta di uova e parmigiano.
Una ricetta della cucina tradizionale contadina, ma, allo stesso tempo moderna; uno stuzzicante finger food per i nostri aperitivi più sfiziosi.
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